mercoledì 24 dicembre 2008

CON QUESTA STORIA VERA TRATTA DA AVVENIRE,RIFLETTIAMO SUL NATALE,LA FESTA PIU' BELLA DELL'ANNO...




Caplazzo augura a tutti Voi, buone Feste!!


Il nostro Paese è pieno di contraadizioni....sentite questa storia che il quotidiano Avvenire ci propone...una storia come tante altre, ma che di diverso ha tante cose! (Caplaz)



QUESTA ITALIA A DOPPIA, TRIPLA MARCIA
«Spendete di meno, altroché e ricordatevi di Francesco da Lauria»

di MAURIZIO PATRICIELLO

S
ono centinaia.
Partono prestissimo il lunedì mattina per recarsi a lavorare in tante località del centro
nord. Sono manovali, carpentieri, muratori. Quando la distanza lo permette riescono a tornare a casa ogni venerdì sera, altrimenti, come nel caso del povero Francesco Lamboglia, una volta al mese.
Sono un popolo discreto e umile che considera già una fortuna trovare un lavoro. Sono uomini che muniti di grandissima dignità, sono disposti a sacrifici di ogni genere pur di portare a casa il pane. Vivono di sogni e di speranze. Disposti a donare tanto, al Paese in cui vivono e sono nati, chiedono davvero poco.
Tristissimo Natale in casa Lamboglia quest’anno e negli anni che verranno. Tristissimo Natale perché Francesco a casa non tornerà mai più. La corsa della sua vita si è fermata a Napoli, domenica sera, alla fermata dell’autobus che lo avrebbe riportato a Lauria. Viene voglia di piangere su Napoli come su Gerusalemme il Cristo. È da mesi che siamo in prima pagina sui giornali. Immondizie e rifiuti tossici, camorra e incapacità politica di governare una città tanto bella e complessa. La gente di Napoli non si appassiona quando si parla di corruzioni, vere o presunte, all’interno dei palazzi del potere. Non si appassiona perché, troppo smaliziata, già poca fiducia nutriva in tanti che giuravano legalità e trasparenza.
La gente di Napoli si commuove invece quando un uomo, senza nessuna colpa, viene accoltellato e muore a 48 anni. Si commuove davanti ad un borsone pieno di panni sporchi di calcinacci – icona di chi onestamente vive – che fa la
spola tra Firenze e la Lucania.
Tremano i napoletani sapendo che tutto è così stupidamente superficiale e banale che a chiunque può capitare di morire come un cane in una fredda sera d’inverno. Napoli piange la morte di questo padre che, con le ossa rotte dalla fatica, si avvia verso casa per rivivere l’incantesimo di una notte dove cielo e terra si fondono e si confondono. A Napoli in questo triste fine anno, la gente ha paura di morire. Di fame e di delinquenza. Soprattutto di delinquenza spicciola, della cosiddetta microcriminalità.
«Spendete di più» ci viene ripetuto da parte di chi governa. Ma chi dovrebbe spendere di più? Si potrebbe almeno aggiungere che l’invito è rivolto ai ricchi e che i poveri sono esentati dal dovere di metterlo in pratica? «Spendete di meno» debbo continuamente gridare dall’altare in questi giorni in cui la parrocchia è affollata da tante mamme che, perdendo il consueto ritegno, si mettono in fila per ricevere 'Il pacco', piccolo dono natalizio composto da alimenti che basteranno al massimo a nutrire una famiglia per due giorni. «Spendete di meno, se non volete finire nelle grinfie di usurai senza scrupoli, che non hanno pietà di niente e di nessuno, e che vi strozzeranno nel giro di pochi mesi. Spendete di meno, puntate al necessario. Resistete alla tentazione di appropriarvi di cose che non servono».
Italia a doppia, a tripla marcia, la nostra Patria che amiamo. Tra poche ore, quando, commossi, deporremo il Bambinello nel Presepe, socchiuderemo gli occhi e ci porteremo per un istante a Lauria. In casa Lamboglia, dove l’albero di Natale non si è illuminato e le lacrime hanno preso il posto della gioia, abbracceremo la famiglia di Francesco e piangeremo insieme.





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mi piace scrivere un po' di tutto,ma soprattutto leggere, perchè è con la lettura, quella vera, che si impara a scrivere.Amo i classici della nostra e delle altre letterature europee...e non solo.Sono amante della Slovenia e del suo meraviglioso territorio.