mercoledì 18 novembre 2009

E SE FINI, AVESSE CAMBIATO PELLE..CHE NE DITE?

NON SI SA MAI ! è anche il titolo di una mia canzone di qualche anno fa alla quale mancano ancora le parole. Non si sa mai, potrebbe essere anche quel giro di boa di cui il nostro paese ha bisogno da oltre mezzo secolo. Questa solo una mia considerazione naturalmente. A Voi le conclusioni (Caplazzo)
10 novembre 2009
Tags: Tag inseriti dall'utente. Cliccando su uno dei tag, ti verranno proposti tutti i post del blog contenenti il tag. berlusconi finicentrodestra destra europea
Gianfranco Fini, il Cavaliere e l'innovazione perduta
Gianfranco Fini ha scritto un libro rischioso. Perché compie un azzardo non da poco quel politico che cambia opinione, soprattutto se ne spiega le ragioni. E non c’è dubbio che su molti temi le opinioni del Presidente della Camera siano oggi diverse da quelle del giovane delfino di Giorgio Almirante che fu nei primi anni Ottanta, così come da quelle del fondatore di Alleanza Nazionale della metà degli anni Novanta.

Ma tra oggi e allora è accaduto qualcosa che rende questo cambiamento pienamente giustificato e che fa di questo volume qualcosa di diverso da un libro d’occasione. Non si tratta tanto della caduta del Muro di Berlino o dell’11 settembre, che pure sono utilizzati in queste pagine come architravi di argomentazione. Ciò che è davvero accaduto tra il Fini politico di oggi e il Fini politico di ieri sono gli anni che il centrodestra italiano ha trascorso al governo del paese, e su questo sfondo la trasformazione ideologica del berlusconismo. Perché il radicarsi nel corpo vivo del paese del movimento fondato da Silvio Berlusconi nel 1994 si è accompagnato in questi anni ad un cambiamento nel suo profilo ideale, che ne ha progressivamente spento i fermenti libertari e le aspirazioni di rinnovamento radicale delle origini.

E mentre il berlusconismo è diventato una versione sempre più arcitaliana del “partito piglia-tutto”, capace di raccogliere il sostegno di una varietà di gruppi di interesse sul doppio binario del rafforzamento della leadership personale e dell’indebolimento di ogni particolarità ideologica che non fosse direttamente funzionale alla navigazione sul breve periodo, i temi della libertà individuale che qualificano ovunque la destra europea sono tornati disponibili sul mercato politico italiano.

Su queste basi la critica che Fini muove a Berlusconi, pur senza nominarlo, non potrebbe essere più severa: “la sfida del nuovo e del futuro non è stata portata fino in fondo… perché la voglia di conservazione ha frenato spesso la voglia di innovazione”. La sua scommessa è dunque cogliere la nuova disponibilità del tema liberale nello spazio lasciato vuoto dal berlusconismo, per ricollegarsi direttamente all’ispirazione della destra europea. Perché “il problema della mia generazione è che … non ha dimostrato di possedere idee sufficientemente chiare sui concetti di libertà politica e di libertà economica”. Non è un’ammissione di poco conto. Né quella scommessa può essere sbrigativamente catalogata come uno “slittamento a sinistra”, come da alcuni mesi si insiste sia dentro il Partito democratico che da parte dei critici berlusconiani spesso ferocissimi che evidentemente hanno ben compreso tutto il potenziale di tale svolta.

Lo sforzo strategico di Fini è invece nel guardare ad una “società del rischio” fatta di “uomini liberi che accettano la sfida di migliorare la propria vita, consapevoli che senza rischio non ci sarebbe sfida e quindi crescita”. Così come nel distinguere tra laicismo e laicità o tra scientismo e fiducia nella scienza, per “un’etica laica” nella quale “il progresso porta ad aumentare le opportunità dell’uomo e ad accrescere le sue possibilità di scelta sulla propria vita e sul proprio futuro”.

Sono elementi di un canone liberale ed europeo che in uno scenario post-berlusconiano potrebbe conquistare il timone culturale del centrodestra italiano. Ammesso e non concesso che il futuro che attende il centrodestra italiano preveda la sua europeizzazione. Ma come al solito la prova del budino sta nel mangiarlo. E la vera sfida di Gianfranco Fini si giocherà nel passaggio da una nuova cultura politica, di cui questo libro è un solido manifesto, al conflitto politico destinato ad aprirsi per l’eredità del berlusconismo.

Gianfranco Fini Il futuro della libertà. Consigli non richiesti ai nati nel 1989, Rizzoli, pp. 165, euro 16.00

Nessun commento:

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

La mia foto
mi piace scrivere un po' di tutto,ma soprattutto leggere, perchè è con la lettura, quella vera, che si impara a scrivere.Amo i classici della nostra e delle altre letterature europee...e non solo.Sono amante della Slovenia e del suo meraviglioso territorio.